Offboarding: chiudere bene per iniziare meglio
L’offboarding è il processo strutturato con cui un’azienda accompagna un collaboratore nel momento in cui lascia l’organizzazione, sia per scelta propria sia per decisione aziendale. È il “gemello dimenticato” dell’onboarding, ma ha un impatto uguale — se non superiore — su cultura, reputazione, continuità e apprendimento organizzativo.
Nel Future of Work, dove le carriere sono più fluide, le persone cambiano ruolo e azienda più frequentemente e il network conta quanto l’organigramma, curare l’uscita è un atto strategico. Perché le uscite lasciano segni, sempre.
Fasi di un processo di offboarding efficace
- Comunicazione chiara e rispettosa: con il diretto interessato e con il team
- Transizione operativa: documentazione delle attività e passaggio di consegne
- Exit interview: feedback strutturato e ascolto
- Saluto ufficiale: momento simbolico per chiudere la relazione
- Follow-up: accessi, comunicazione esterna, eventuale alumni network
Perché l’offboarding è importante
- Cultura aziendale: mostra come l’organizzazione tratta le persone, anche alla fine
- Employer branding: chi lascia parlerà dell’azienda nel proprio network
- Knowledge management: trasferisce informazioni preziose
- Feedback strategico: offre insight su processi, clima organizzativo, leadership
Un processo di offboarding ben gestito può migliorare la reputazione aziendale e ridurre il “boomerang turnover”: secondo LinkedIn, il 15% dei dipendenti che se ne vanno tornerebbe in futuro, ma solo se l’uscita è stata gestita bene1.
Impatto sulla retention indiretta
Un’uscita gestita male può influenzare negativamente chi resta: demotivazione, sfiducia, cinismo. Al contrario, vedere che un collega viene salutato con rispetto e trasparenza può rafforzare il senso di sicurezza psicologica e appartenenza nel resto del team2.
Onboarding e offboarding: due lati dello stesso processo
Molte aziende investono tempo e risorse nell’onboarding, ma trascurano l’uscita. È un errore. La coerenza tra entrata e uscita costruisce una cultura solida, credibile e riconoscibile. Un’organizzazione matura si prende cura delle persone anche quando il percorso si conclude.
Esempi pratici dal campo
In contesti ad alta rotazione, come startup o ambienti tech, l’offboarding è stato trasformato in un “rituale” positivo: feedback pubblici, handover documentati, creazione di una rete alumni, inviti a eventi interni. Questo ha aumentato la probabilità di riassunzioni future e referrals di alta qualità.
Best practice per un offboarding che lascia il segno (positivo)
- Comunica con anticipo e rispetto al team
- Dedica tempo al passaggio di competenze
- Fai exit interview strutturate, ascoltando davvero
- Valorizza il contributo del collaboratore in uscita
- Offri supporto se richiesto (career coaching, referenze)
- Conserva il contatto se possibile: la relazione può continuare in altri modi
Conclusione
L’offboarding è un momento critico, ma anche un’opportunità. È un’occasione per chiudere con coerenza, raccogliere feedback preziosi, mostrare la propria cultura e costruire un network che va oltre il contratto. In un’epoca di talenti fluidi, chi sa chiudere bene è anche chi sa attrarre e trattenere meglio.
References
- LinkedIn Talent Blog (2021). Why Employee Offboarding Deserves More Attention. https://www.linkedin.com/business/talent/blog/talent-engagement/offboarding-importance ↩︎
- Edmondson, A. C. (1999). Psychological Safety and Learning Behavior in Work Teams. Administrative Science Quarterly, 44, 350–383. https://doi.org/10.2307/2666999 ↩︎